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FABIO BIX - scrittore

Fabio Bix dice, del suo modo di scrivere:
“Per me la scrittura è – dev’essere- musica. Ma occhio!: niente “musica leggera”. Al limite, musica leggiadra, questo si. E ritmo: è imprescindibile.
Il sedere può comodamente starsene schiacciato in poltrona, ma il cuore deve danzare/ le labbra stropicciarsi o aggrapparsi ai lobi/ gli occhi spalancarsi o mandorlizzarsi. Ogni tanto c’è da prender fiato – o da trattenerlo - , ma niente pezzi melensi. Ci vogliono stacchi di morbido, graffiante, soul. Poi via!, si riparte.... Niente sonnecchianti pantofole, né rassicurante coperta di lana, con me. Nulla di tutto ciò, con me”.
“Leggermi è un modo diverso di andare in discoteca.”

Nel 2002 esce il suo primo libro “Vietato parlare al conducente”, Edizioni Clandestine.
Tratta di aneddoti, personaggi, riflessioni e divagazioni estrose legate alla sua esperienza di autista di bus urbani. E’ scritto con un linguaggio colloquiale e volutamente sgrammaticato, “dandoci del tu al lettore”. Alcuni capitoli, però –evidenziati dall’utilizzo del grassetto- sono scritti in modo “classico”, corretto, ed hanno carattere più intimista e profondo; quelli sono attribuiti alla partecipazione di Walter Ego, ossia l’alter ego dell’io narrante principale, decisamente più giullaresco e sbarazzino.

- Nello stesso anno la compagnia “Teatro del tè” fece una lettura scenica de “Incontro da sogno”, racconto inserito poi nel suo secondo libro.

Dal primo libro, accompagnato dalla violoncellista Daniela Savoldi, ha effettuato una riduzione teatrale. O meglio, una lettura teatrata in cui il leggio è un volante di bus, Daniela Savoldi è seduta al primo posto a sinistra dei sei posti che ricreano il bus, e vengono rappresentate una serie di situazioni tragicomiche legate al mondo dei bus urbani.
Lo spettacolo è stato proposto in rassegne teatrali e situazioni varie: carcere, ex manicomio, etc.

- Bixerìsmi/ plurologo di monologhi/ www.edizioniclandestine.com - è il suo secondo libro. Presentato al Salone del libro di Torino ‘zero4, è un insieme di racconti molto diversi sia come stile di scrittura, sia come genere, uniti da una “cornice” che racchiude e fa da collegamento tra i racconti. Vi è una favola, una filastrocca, dei racconti ironici, uno filosofico, uno tragilirico che parla dell’angoscia dell’artista in crisi di creatività, un paio di poesie in cui la sperimentazione linguistica è piuttosto sostenuta (la seconda, Sublimecarnale, tratta dell’atto sessuale, che è però espresso tramite molte immagini legate alla danza).

Sempre nel 2004, edito da Lampi di Stampa - www.lampidistampa.it -, è uscita un’antologia di 150 liriche dedicate al jazz scritte da 110 autori (tra cui Paolo Conte, Stefano Benni, E. Sanguineti, Franco Loi, D. Luttazzi, Raul Montanari e altri scrittori e jazzisti e...), in cui è stata inserita la sua poesia “Jam-write-session”. Il libro s’intitola Swing InVersi.

Ha una rubrica settimanale sul Bresciaoggi (quotidiano cittadino bresciano), in cui parla di jazz recensendo concerti, senza – dice – sapere nulla sul jazz. La rubrica si chiama StramBix, e in effetti è parecchio stramba. Gli StramBix sono sul sito www.jazzontheroad.net

Curerà, in veste di Direttore Artistico, la parte letteraria del festival “Jazz on the road e Sconfini Letterari 2006”, (tra gli altri ci sarà Alessandro Haber con un reading su Bukowsky). L’intero programma del festival, che si terrà a Brescia nel mese di luglio, è consultabile nel suddetto sito.

Ha, anche, un modo singolare di presentarsi, quando dice che “ho scelto di nascere nel ‘69 perché trovo sia un gran bel numero.... molto evocativo. Non ricordo invece per quale motivo non ho scelto una città di mare, per nascerci, invece di Brescia. Ma la mia città non è peggio ed è meglio di molte altre.
Que mas?
Coerente col mio non esserlo e col fatto di avere, come unica certezza, il non averne..., per mangiare continuo a fare l’autista di bus, nonostante il diploma di geometra, disciplina tecnica che mi ha vomitato verso la letteratura...
Vivo ai bordi del carnale quartiere del Carmine (Brescia), come dire... C’è tutto un mondo intorno... (solo nella mia palazzina ci sono filippini, egiziani, cingalesi, pachistani, transessuali eccetera... insomma, c’è di che imparare...).