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recensioni

sabato 17 dicembre 2005

dal BRESCIAOGGI inserto spettacoli - autore FABIO BIX

Non sono un prete, io. Non devo mantenere il segreto confessionale, io. Lui, il barbone ecologista della foto... si chiama Paolo Mozzoni, giusto per fare nomi... Complice, forse, una birra in più/ o anche 3... m’ha confidato un piano che ora te lo devo proprio spifferare! Lui con altri «estremisti» (termine di moda, in ’sto periodo), ha intenzione di vagare tra le valli bresciane in cerca degli archetti di cui i cagneschi bracconieri minano le valli. In caso trovi uccelli morenti, già spacciati, vuole imboccare i pennuti con bocconi d’amanite falloide. Così, poi, quando il bracconiere li mette in padella, e poi in bocca, finisce che muore pure lui. Tiè! L’intento, in sé, è condivisibile, non fosse che poi, magari, l’uccellino lo mangia il figlioletto, che probabilmente diverrà un bracconiere pure lui, certo, ma ciò non è sicuro, e quindi mica possiamo fare come Bush, la guerra preventiva e quelle porcherie lì, no?... Quindi OKKIO: ingoiare uccelli può essere pericoloso. Io t’ho avvertito.
Il suddetto piano, l’ecologista barbuto Mozzoni Paolo me l’ha confidato lunedì sera all’Antica Birreria della Bornata 46, dove si suona il Jazz. E’ un batterista, il Mozzoni. Fa parte dell’O.T. trio. Mmh... trio della biodiversità, dal punto di vista estetico... Della faccia poco rassicurante del Mozzoni, la foto è testimone... Marco Cremaschini, addetto all’organo, vestito di nero com’era dai calzini alla dolcevita che gl’inanellava il collo, aveva un aspetto vagamente clericale, faccia pulita, attendibile, del tipo che gli affiderei i capitali da gestire, se ne avessi... Alla chitarra c’era Speedy Luciano Poli, grintosi stivali Camperos ai piedi, in controtendenza col viso da timido/ com’è quello dei pesci rossi (dei quali in futuro parlerò...).
Fuori c’era una notte da lupi, pioggia e freddo che me ne sarei quasi quasi stato a casa, ma per fortuna ci sono andato, alla ex «Virèr». Quei tre ci hanno regalato pezzi di Messico e raggi di sole. E, anche, scampoli di telefilm newyorchesi anni ’80, tanto che ho pensato: sta a vedere che ora mi giro e vedo «Staschi e Acc». Invece, porcamiseria, mimetizzato dietro a una colonna c’era l’ispettore Clouseau in persona! Si spostava da un pilastro all’altro al ritmo imposto dal Cremaschini, dal cui organo uscivano note di metallo giallo/ non so dirti se era oro, o trattavasi di schegge di sole. C’è anche da dire che, in una gara di velocità sulle 6 corde, Speedy Gonzales avrebbe poche possibilità di non venire spiaccicato dai polpastrelli di Ernesto-Sparalesto-Speedy-Luciano-Poli. A guardargli le dita, gl’occhi ti vanno in Tilt. E quel barbone invasato del Mozzoni, poi, alla batteria ci sa fare e strafare, nonostante la faccia da osteria/ o forse proprio per quello...
E insomma, sono entrato che avevo un muso lungo fino ai ginocchi, ma la musica di quei tre ha la capacità di sgrassare il malumore, e mentre li ascolti, senza renderti conto, la testa ti va su e giù, a tempo, come quella dei piccioni quando camminano. Quando sono uscito da là sotto, il cielo nero stava ancora piangendo, il vento era ancora incagnito di freddo, ma lunedì prossimo c’è un trio coi controfiocchi e, cascasse il cielo, io andrò a ossigenarmi in quel bunker dorato dove si suona il Jazz! Vieni anche tu?
Fabio Bix
fabiobix@yahoo.it
(foto: www.pierpaoloromano.it)


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